Shakira che le canta a Piqué, finisce in prima pagina il gossip..

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La burrascosa separazione tra la cantante colombiana Shakira e il calciatore catalano Piqué, e una canzone di vendetta con milioni di ascoltatori, dovrebbe appartenere al gossip, cioè ai pettegolezzi sui vip, qualcosa sulle riviste, non sui giornali e quindi fuori dall’ambito del News Party.

Ma poi la storia arriva al centro della prima pagina del quotidiano più diffuso (Il Corriere un giorno prima, 14/1); Prima fotostampa e due servizi interni per il Corriere (15/1), firmati da Candida Morvillo e Aldo Cazzullo. “Shakira, che ha cantato queste canzoni per Gerard Piqué, se ne va con un 22enne dopo 12 anni d’amore e due figli, e ha raccolto ola”, ha scritto Morvillo. «Ha dieci anni meno di lei, ma non è il più forte» puntualizza Cazzullo.

I calciatori smettono di calciare e le dive pop smettono di cantare. Per Cazzullo le parole chiave della canzone non sono Rolex e Casio, o Ferrari e Twingo. Dice così: «Mi rendi più forte/Le donne non piangono, le donne pagano il conto». La Repubblica (15/1) ricorda altri casi popolari di vendetta, cantando la vendetta.

Maria Laura Rodotà (“Stampa”, 14/1) si fa beffe, la canzone “non è un capolavoro”. Ammette che “Shakira ha dimostrato di essere una brava capitalista, capace di investire nell’abbandono di coppia (…) e di ricavarne molti soldi”, eppure “come femminista, fa discutere”, il che è molto serio. “Stampa” (16/1) con Elena Stancanelli dal titolo: “Ci manca solo la fattura”.

Ha commesso un errore banale per molti ma imperdonabile per i tifosi – caro Stan Canelli, Pique non è un portiere – ed è arrivata a una conclusione molto femminista, Rodotà ammette: “Donne Ci devono essere occasioni per imparare e ci devono essere entrate sufficienti perché la società è in equilibrio», ancora: «Shakira ha dimostrato che il denaro è il miglior alleato di una donna dopo il divorzio».

L’unica voce di deliberato dissenso arriva ancora da una donna, ma non da un giornale di destra. Fatto” (16/1): «La canzone è stata acclamata come una canzone femminista. A noi è sembrata un po’ volgare”. E noi, un po’ annoiati, fermiamoci qui.

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