L’amore difensivo di Sabrina Colle verso Vittorio Sgarbi
L’evento del 21 giugno al Maxxi ha scatenato una serie di critiche e polemiche che perdurano ancora oggi. Vittorio Sgarbi e Morgan sono stati accusati di volgarità, sessismo e hanno anche sollevato controversie riguardo ad Amadeus, ritenuto da loro inadatto al ruolo di direttore artistico di Sanremo.
La replica di Sabrina Colle alle critiche
Luca Beatrice, giornalista, è stato uno dei primi a criticare aspramente Sgarbi, e proprio a lui Sabrina Colle, storica fidanzata del critico d’arte, ha risposto con una lettera inviata a Libero. In questa lettera, Colle scrive: “E così anche Luca Beatrice, con il suo tentennante e per nulla convincente articolo, si unisce al triste gruppo che si raccoglie solerte per godersi lo spettacolo della gogna pensando di conquistare una ricompensa, abbandonando ‘l’amico Sgarbi al quale voglio veramente bene’ al solito ruolo che Vittorio ricopre da anni, e cioè quello di eroe solitario e vittima solitaria di tutti i conformisti e i puritani che vorrebbero bandirlo”.
La serata al Maxxi come un’opera d’arte provocatoria
Sabrina Colle ha descritto la serata al Maxxi come una “conversazione non scontata, non imbalsamata, giocosa, irriverente, divertente, libera dalle protesi ortopediche del politicamente corretto”. Ha concluso la sua lettera parlando ancora di Sgarbi: “Rappresenta, paradossalmente, sempre sé stesso: ironico e a tratti autolesionista. L’arte è anche rottura e provocazione, uso libero del linguaggio nel tempo della riproducibilità dell’opera d’arte e Vittorio si è presentato come un’opera d’arte e si è commentato come altro da sé. Dal ventre alla parola e la parola questa volta è stata veramente penetrante“.
La replica di Luca Beatrice
Le parole di Sabrina Colle non hanno convinto Luca Beatrice, che ha prontamente replicato: “Niente affatto, cara Sabrina Colle, Vittorio Sgarbi non si abbandona ma si critica, esattamente come lui fa con gli altri senza risparmiare nessuno. E credo che egli peraltro sia in grado di difendere in persona le proprie posizioni. Non mi trova d’accordo la sua replica soprattutto per il ridondante dannunzianesimo: Sgarbi non è opera d’arte, ma storico e critico dell’arte, non è altro da sé ma sempre se stesso e se sbrocca gli va detto e gli va scritto. Chi si proclama conservatore, peraltro, sente il bisogno di maggior serietà e sobrietà nei comportamenti e nelle parole”.