Il misterioso carrello insanguinato: un possibile strumento nel delitto di Giulia Tramontano?
Nella provincia di Milano, ad Senago, il caso di Giulia Tramontano, la ragazza incinta uccisa dal suo compagno Alessandro Impagnatiello, reo confesso, continua a tenere banco. Inizialmente, Impagnatiello ha mentito e ha cercato di depistare le indagini, ma le sue bugie sono state smascherate dalle prove e ha successivamente confessato. Ora, un carrello portapacchi sporco di sangue è emerso come un possibile elemento rilevante. Potrebbe essere stato usato per spostare il cadavere di Giulia? Questa è una delle domande alle quali gli inquirenti stanno cercando di rispondere.
Indizi che emergono nella casa: sangue e tracce sui dispositivi di Alessandro Impagnatiello
Man mano che passa il tempo, vengono alla luce nuovi elementi che vengono aggiunti agli atti. I documenti di Giulia trovati in un tombino, i video che immortalano Impagnatiello dopo il delitto, il coltello utilizzato per ferirla mortalmente, e la presenza di benzina, probabilmente utilizzata per cercare di bruciarla (senza successo). La casa in cui Giulia e Alessandro vivevano, apparentemente impeccabile, si rivela invece un luogo denso di prove: con l’uso del luminol, è stato rilevato il sangue, in quantità abbondante.
L’attenzione si concentra anche su un carrello macchiato di sangue. È stato un condomino di Alessandro Impagnatiello a farlo ritrovare. Durante il sopralluogo effettuato martedì nell’abitazione, il vicino ha indicato il carrello, che aveva visto nei giorni precedenti nell’area comune del garage interrato della palazzina in via Novella 14 a Senago. Senza sapere di chi fosse, il vicino ha deciso di prenderlo, ma in seguito ha fatto il collegamento con Impagnatiello e ha segnalato il ritrovamento. Sul carrello c’era ancora attaccato un cartellino. Utilizzando queste informazioni, gli investigatori hanno rintracciato il negozio di ferramenta a Senago che lo aveva venduto. Il proprietario ha ricordato di averlo venduto a un ragazzo, e per gli inquirenti, ci sono pochi dubbi che l’acquirente fosse Impagnatiello. Il carrello verrà esaminato per identificare le tracce biologiche rinvenute.
Ulteriori indagini sui dispositivi informatici di Alessandro Impagnatiello
Sarà necessario attendere ancora qualche giorno per effettuare le analisi irripetibili su tre computer e un tablet sequestrati nell’appartamento di Senago. Questi accertamenti sono programmati per il 15 giugno presso la sede della Sezione indagini telematiche dei carabinieri di Milano. Saranno presenti l’avvocato di Impagnatiello, Giulia Geradini, e l’avvocato Giovanni Cacciapuoti, rappresentante legale dei genitori, del fratello e della sorella della giovane accoltellata.
Autopsia e la reazione degli avvocati della Camera Penale di Milano
Venerdì 9 verrà effettuata l’autopsia, che contribuirà a ricostruire la dinamica del delitto e a determinare se Giulia sia stata aggredita alle spalle, se si sia difesa e quante coltellate abbia subito.
Intanto, gli avvocati della Camera Penale di Milano hanno preso posizione sul caso. Attraverso una nota, hanno contestato le modalità e i contenuti della conferenza stampa tenuta giorni fa presso la Procura, in cui è stato annunciato il fermo di Alessandro Impagnatiello per l’omicidio di Giulia Tramontano a Senago. Gli avvocati ritengono che tali modalità siano in contrasto con la legge Cartabia sulla presunzione di innocenza (D. Lgs.188/2021) e richiamano alla necessità di evitare influenze sui giudici chiamati a valutare l’accusa in modo corretto e imparziale. Inoltre, sottolineano il modo in cui i media stanno rappresentando quotidianamente questa tragica vicenda, invitando alla riflessione senza farsi condizionare dalla cronaca giudiziaria e dalle semplificazioni che spesso la caratterizzano, e richiamando al rispetto e alla sensibilità nei confronti della sofferenza causata dalla morte violenta di una persona. La Camera Penale denuncia da tempo l’arretramento della cultura delle garanzie a causa della spettacolarizzazione delle indagini e dei pericoli derivanti dalla ricerca di consenso da parte di coloro che conducono o dirigono le indagini. La partecipazione di figure coinvolte direttamente nelle indagini a trasmissioni televisive in prima serata, con commenti definitivi sulle responsabilità e sulla personalità dell’indagato, rappresenta una rappresentazione chiara di tale fenomeno.