Michela Murgia: Il coraggio di un matrimonio forzato e i sogni di una famiglia queer

Da non perdere

WhatsApp
Facebook

La decisione obbligata di Michela Murgia: Una lezione di civiltà

“Non è una festa”. Michela Murgia ha spento subito gli animi su Instagram quando stamattina ha pubblicato il video del suo matrimonio con Lorenzo Terenzi, celebrato qualche giorno fa con rito civile a casa per via delle sue condizioni di salute.

Una scelta obbligata, l’unica che per lo Stato italiano consente a una persona di prendere legalmente decisioni per un’altra. “Lo abbiamo fatto controvoglia – ha spiegato la scrittrice nel post – se avessimo avuto un altro modo per garantirci i diritti a vicenda non saremmo mai ricorsi a uno strumento così patriarcale e limitato, che ci costringe a ridurre alla rappresentazione della coppia un’esperienza molto più ricca e forte, dove il numero 2 è il contrario di quello che siamo. Niente auguri, quindi, perché il rito che avremmo voluto ancora non esiste”.

La lotta per i diritti della queer family

E così niente auguri per Michela Murgia e quello che da un paio di giorni è a tutti gli effetti suo marito. Lei sogna i diritti per la sua queer family e si sta battendo affinché questo possa prima o poi venire riconosciuto in Italia, la libertà (e il riconoscimento legale) di legarsi a più persone al di là di rapporti di sangue o romantici. Insomma, la libertà di scegliersi la propria famiglia, andando oltre il significato più tradizionale – e culturalmente riconosciuto – del termine.

Il matrimonio è stato dunque un passo quasi provocatorio per dare la sua “lezione di civiltà”, motivo per cui in molti la stanno ringraziando sui social.

Nessun augurio, dunque, ma tanti grazie. “Grazie Michela. A te e a tutta la tua famiglia queer per la concezione di amore che state portando in alto” scrive una follower, e ancora: “Grazie di averci pensato e di lasciarsi una eredità così ricca“, “Stai affrontando la tua malattia e ogni momento della tua vita in modo ‘politico’ per lasciare a chi resta una società migliore”. Una mamma la ringrazia in particolar modo: “Grazie per il non arrenderti. Io spero che la famiglia queer sia veramente una realtà in futuro, lo spero per mio figlio autistico che se avrà una famiglia dopo di noi, la avrà queer per forza”.

Il dibattito

Il matrimonio di Michela Murgia, ma soprattutto le sue parole, hanno acceso anche il dibattito. Qualcuno infatti fa notare: “Trovo molto limitante affermare che il tuo matrimonio è un’esperienza più ricca e migliore certamente di quella di coppie uomo/donna, definita patriarcale e limitante. Perché patriarcale? Forse tu l’hai vissuta così – chiede una follower – ma il messaggio giusto è che qualsiasi unione può essere ricca e soddisfacente, qualsiasi, e una forma non è per definizione migliore di un’altra. Altrimenti cadi proprio nell’errore che volevi evitare”. Alcuni sono d’accordo, altri invece spiegano meglio le parole della scrittrice: “Non ho trovato l’affermazione più ricca e migliore ma diversa. E il matrimonio è patriarcale in quanto non prevede forme se non uomo-donna”.

Potrebbe Interessarti

Articoli che ti piaceranno

Se ti è piaciuto quest’articolo, amerai questi che ti proponiamo qui 

Cosa aspetti? Condividilo con i tuoi amici

+1500 persone hanno condiviso questo articolo.

WhatsApp
Facebook

Ti è piaciuto l'articolo?

Ogni giorno pubblichiamo fantastiche novità esclusive.. iscriviti per rimanere aggiornato.

0 +

Iscritti Felici

0 +

Articoli sul sito