Governo italiano intende limitare lo smart working per genitori con figli minori di 14 anni
Secondo le ultime informazioni, il governo italiano ha espresso l’intenzione di ridurre l’accesso allo smart working per i genitori con figli di età inferiore ai 14 anni. Questa misura sarà estesa solo alle persone considerate “fragili“, ovvero coloro che soffrono di gravi patologie. Sebbene non sia ancora ufficiale, l’intenzione del governo è chiaramente stata dichiarata.
Fino al 30 giugno, sia i lavoratori considerati “fragili” nel settore pubblico e privato che i dipendenti del settore privato con figli di età inferiore ai 14 anni possono beneficiare dello smart working. Tuttavia, è richiesto che l’altro genitore non riceva sostegno finanziario e che non ci sia un genitore non lavoratore.
Il superamento della distinzione tra settore pubblico e privato
Sembra che il governo stia cercando di superare la distinzione tra settore pubblico e privato per quanto riguarda lo smart working. Il ministro della pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha anticipato questa decisione durante un’intervista al Messaggero. Zangrillo ha affermato che, poiché non ci troviamo più in una situazione di pandemia, non è più urgente estendere lo smart working ai genitori con figli di età inferiore ai 14 anni. Tuttavia, ha sottolineato l’importanza di continuare a prestare attenzione alle persone fragili.
Sebbene non ci sia ancora una conferma ufficiale, sembra che l’emendamento al decreto Lavoro presentato da un gruppo di parlamentari dell’opposizione, che proponeva di estendere e potenziare il diritto allo smart working almeno fino alla fine di dicembre, sarà respinto.
Il punto di vista dei sostenitori dello smart working
Il senatore M5s Orfeo Mazzella, uno dei firmatari della proposta, ha dichiarato su Facebook che la tutela delle persone fragili non dovrebbe essere una questione politica, ma una questione di civiltà. L’emendamento presentato includeva non solo l’estensione dello smart working, ma anche la possibilità di assegnare ai lavoratori mansioni alternative qualora non fosse possibile svolgere il lavoro da remoto. Tuttavia, è improbabile che questa proposta venga accettata.
L’attuale panorama dello smart working in Italia
Secondo l’osservatorio smart working del Politecnico di Milano, attualmente circa 3,6 milioni di lavoratori in Italia svolgono il lavoro da remoto, circa 500.000 in meno rispetto al 2021. Questo rappresenta circa il 14,9% di tutti i lavoratori (dati dell’istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche). Lo smart working si è rivelato uno strumento utile, se non indispensabile, per i lavoratori con figli piccoli, consentendo loro di conciliare il lavoro con il ruolo di genitori e di risparmiare sui costi di asili nido e baby sitter. Va sottolineato che, sebbene sia diventata una pratica comune in molte aziende, la sottoscrizione di accordi di smart working da parte dei datori di lavoro non è obbligatoria in assenza di una legge specifica.