Chiara Iezzi contro Arisa e Giorgia Meloni: Battaglia verbale senza esclusione di saluti

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Arisa contro Paola e Chiara: Il botta e risposta dopo la conferenza stampa del Gay Pride di Roma

Arisa non gradisce le parole di Paola e Chiara, madrine del Pride di Roma 2023, e risponde con un video alle due cantanti, protagoniste della conferenza di presentazione dell’evento in programma domani nella capitale. Ma andiamo con ordine e vediamo che cos’è successo, perché la polemica è scoppiata in queste ore.

Le parole di Chiara Iezzi

Questa mattina, durante la conferenza stampa del Pride, Chiara Iezzi ha commentato così l’appoggio di Arisa a Giorgia Meloni: “Non bisogna incriminare Rosalba per quello che ha detto – ha detto Iezzi – gli artisti spesso vivono nella paura di non poter lavorare, non tutti abbiamo le spalle coperte allo stesso modo, non tutti abbiamo fiducia nell’esprimere noi stessi. Non ci sentiamo di giudicare ciò che ha detto Arisa, chiaramente non siamo d’accordo, ma secondo noi esistono questioni più importanti rispetto all’uscita infelice di Arisa”. E ancora: “Non dico di farle passare tutte ma aspettare prima di accanirsi su cose peraltro che portano lontano… Magari si parla tre giorni dell’uscita di Arisa che ha fatto un’uscita del c***o, scusatemi, infelice, e poi non si parla degli aspetti importanti di questa manifestazione”.

La replica di Arisa

Arisa replica: “Mi dispiace sentirti parlare di me, senza cercare di mettere una buona parola tra me e la comunità Lgbtq+ – dichiara su Instagram – Io l’avrei fatto, avrei cercato di mettere pace. Tu sicuramente ti sarai presa bellissimi applausi mentre infamavi una collega dicendo cose non vere”. “Avresti dovuto vedere l’intervista, avresti visto che ho detto che mi piace la Meloni. Ma sono anche a favore di matrimoni tra persone dello stesso sesso e delle adozioni da parte di coppie dello stesso sesso: questo fa di me una persona che sostiene i diritti Lgbtq+… dovresti informarti…”.

“Avrei paura di non lavorare? – conclude Arisa – No, forse tu hai paura di non lavorare. Ecco perché sei schiava di certe cose: io non sono schiava di un partito o di una comunità… Se mi incontri per strada non mi salutare, la gente ipocrita mi fa schifo… Io lavoro davvero per la comunità Lgbtq+, non vado in piazza con i lustrini… Cresci, non si parla male delle altre persone mentre non ci sono…”.

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